Omelia 30 Settembre 2018 XXVI domenica T.O. anno B

Pubblicato giorno 29 settembre 2018 - Avvisi, In home page, in primo piano

XXVI domenica T.O. anno B

I vangeli nascono dalla esperienza di vita della comunità e sono testimonianze concrete anche delle difficoltà vissute . Il vangelo di questa domenica si apre con una prima affermazione fatta da Giovanni: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demoni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva». Espressione questa che sicuramente fa intravedere il rischio di una chiusura della comunità, un possedere l’esclusiva sulla verità, un pensiero che nei nostri ambienti  ritroviamo spesso.  “Solo noi siamo custodi di una verità….. si salva chi è con noi…..” Gesù invece nella sua risposta spalanca completamente le porte facendo entrare aria fresca e nuova in questo pensiero rarefatto che finisce con il chiudere la fede in una proprietà privata.  Lui parla della libertà dello Spirito che soffia dove vuole e opera attraverso strade diverse. Non possiamo trattenere l’amore di Dio e usarlo a nostro piacimento o secondo le nostre necessità proprio perché, l’amore ci rende liberi è come il vento che arriva all’improvviso per  accarezzare l’anima.  La garanzia però che sia realmente lo Spirito ad operare è dice Gesù , “ operare nel suo nome”.  Non grazie alle nostre capacità o esperienze ma grazie alla nostra appartenenza a Dio e quindi il nostro agire parte da Lui. Non possiamo fare confusione in questo perché lo Spirito è uno e quindi se operiamo nel nome di Dio non possiamo anche secondo convenienza operare a nome di “altri”.  Maghi , superstizioni, oroscopi, non ci rendiamo conto tante volte per ingenuità o semplicemente per superficialità che viviamo in un minestrone di cose, ascoltiamo la Parola ma stiamo attenti a non incrociare le mani durante il segno di pace, crediamo che l’Eucaristia sia il centro della nostra vita ma non disdegniamo  di conoscere il futuro  quando capita la falsa . Ma nel Vangelo si va oltre come  afferma Gesù  : “Chiunque infatti vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa”.  Agire nel nome di Dio con carità e misericordia,  sono  aspetti che identificano un agire in nome di Dio. Se nel  nostro atteggiamento mancano questi due aspetti siamo noi ad apparire non il Signore. Amore e azione concreto quindi stile di vita come verifica di quanto Dio opera realmente nella nostra vita. Verifica che come dice Gesù successivamente smaschera gli scandali della nostra vita: “Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare”. Non usa mezzi termini dice infatti che quello che crea scandalo nella nostra vita và sradicato, come nell’eliminazione di una mano dell’occhio  esempi che Gesù fa nel vangelo si  elimina radicalmente il motivo di scandalo così nella nostra vita bisogna avere il coraggio di guardare in faccia la realtà e sradicare con forza quello che in noi è male e scandalizza. Le parole di Gesù restano un giudizio molto forte , il cattivo esempio è uno dei peccati più seri della nostra fede un peccato che spesso non consideriamo nella sua gravità. Dare il cattivo esempio con i nostri giudizi cattivi, atteggiamenti sbagliati privi di misericordia ci escludono sicuramente da un agire a nome di Dio. È la carità e la misericordia che sono gli atteggiamenti che garantiscono che la nostra testimonianza è frutto dell’azione dello Spirito. Chiediamo in questa domenica al Signore la forza di riconoscere nella nostra vita quello che non viene dallo Spirito e la forza di liberarcene perché la nostra vita sia realmente espressione  dello Spirito che opera in noi.

 

Don Mimmo Rizzo