Omelia 23 Settembre 2018 XXV domenica T.O. anno B

Pubblicato giorno 21 settembre 2018 - In home page, in primo piano

XXV domenica T.O. anno B

Gesù attraversa la Galilea e tutto questo nella massima riservatezza . Marco mette in evidenza l’atteggiamento di Gesù: “Egli insegnava”, questo verbo lo troviamo come pilastro di tutta questa pagina evangelica. Amava molto formare i suoi discepoli e ogni qualvolta   che compie un gesto particolare in disparte spiega con pazienza ai soli discepoli il senso di quello che hanno vissuto. Oggi ancora una volta fa un annuncio : “Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà”.  Ma anche questa volta i discepoli non capiscono il senso  del suo discorso.  Ma è a Cafarnao che prosegue questo insegnamento. Gesù notando il la loro agitazione lungo la strada, infatti discutevano su chi fosse il  più grande , chiede loro spiegazioni. Ma  in questa scena scende il silenzio . Marco sottolinea la distrazione dei suoi,  tutti intenti a pensare ad un posto senza  ascoltare con attenzione l’annuncio della passione che Gesù fa. Sicuramente per Gesù non sarà stato un bel viaggio , sa benissimo che va verso la morte ha condiviso questo con coloro che a lui sono più intimi ma resta comunque da solo perché sono impegnati a fare una classifica della loro importanza. Potremmo dire che mentre Gesù va verso la morte gli amici discutono per i fatti loro.  Immagine che ritroveremo anche nel Getsemani quando mentre Gesù prega i sui tre discepoli dormono, la prova d’amore spesso ci fa restare da soli, ultimi . Il Signore sceglie liberamente l’ultimo posto e non il primo. Sceglie il posto peggiore quello per l’uomo insignificante ma attenzione se vogliamo imitarlo dobbiamo considerare quello che comporta. L’ultimo posto è si quello “della lavanda dei piedi” di chi si fa servo del prossimo ma è anche quello della “morte” per l’altro , mettersi dietro per cedere il passo a chi non è considerato da questo mondo. L’ultimo posto è “passione” intesa come offerta totale di se. Mentre il Signore ci indica questa strada noi continuiamo a discutere . In questo periodo nelle nostre comunità  riprendono le attività e spesso si scatena la corsa al ruolo ,  perdiamo tempo a discutere dimenticando che prima dobbiamo ascoltare la voce del Signore. Ma è questo messaggio che dobbiamo tenere bene a mente che più si è in alto più ci è chiesto e più violenta può essere la caduta. Ecco perché Gesù parla della vera umiltà dell’essere piccoli non d’avanti agli altri ma d’avanti a Dio. L’esempio è quel fanciullo ignaro che essere adulti significa spesso perdere la propria capacità di meravigliarsi , di rimanere a bocca aperta di fronte ad una bella immagine, ignaro che quello che lui  vive tranquillamente  noi adulti lo abbiamo dimenticato credendo che sia cosa da “bambini” . La Parola ci invita a fare un passo in dietro e recuperare quel fanciullo che dentro di noi ci dava la possibilità di scoprire il volto di Dio nelle piccole cose e sentire dentro quel battito forte di chi ha scoperto qualcosa di nuovo .

 

Don Mimmo Rizzo