Con il mercoledì delle ceneri inizia l’itinerario quaresimale . Questa è la password, come si direbbe oggi, per avere accesso alla logica di Dio. Supportati dice la Parola dalle pratiche penitenziali che dentro di noi stimolano il processo di conversione.
“ dalla testa ai piedi.. dalla cenere all’acqua ” in questa significativa espressione don Tonino Bello, si sintetizza il cammino quaresimale che oggi ha inizio, attraverso il rito dell’imposizione delle ceneri e terminerà la sera del Giovedì santo nel ricordo della lavanda dei piedi da parte di Gesù ai suoi apostoli. Dalla testa: la cenere, ai piedi: la lavanda. Come dire penitenza e amore. Docilità e servizio.
Il gesto di ricevere la cenere sul capo ci ricorda, che siamo “ polvere e in polvere ritorneremo” e sottolinea ancora una volta l’atteggiamento fondamentale che il cristiano vive in questo cammino: “ convertiti e credi al vangelo”. Ecco il senso di questo vangelo che potrebbe rimanere soltanto un bel rito un bel gesto che suscita emozioni e tradizioni. Se non fosse accompagnato da un atteggiamento reale di conversione , dall’abbandono vero dell’uomo a Dio.
“ laceratevi il cuore e non le vesti “ dice il profeta Gioele. Aprire , squarciare il cuore significa essere artefici di perdono che costa e ferisce l’amor proprio, relazionarsi con chi è difficile e con chi, per accettarlo, mi deve scalfire il cuore. È necessario un lavoro interiore, quello che lascia il segno, sgretola , corrode il cuore, costruisce ponti di amore concreto quello vero e testimoniato sofferto e offerto.
Il brano del vangelo ha una struttura molto semplice. Tre passi , tre atteggiamenti che il credente vive e compie: l’elemosina, la preghiera e il digiuno.
L’elemosina, che rimanda alla relazione con gli altri , in una disponibilità di comunione che, è autentica, nasce da una esigenza di solidariètà, e quindi mette in guardia dal praticare opere buone solo per il gusto di promuovere se stessi, come fossero spot pubblicitari per affermare il proprio io.
La preghiera, la relazione con Dio, dopo quella con l’altro, non perché Dio non occupa il primo posto ma nel senso che la relazione con l’altro esprime la profondità , la verità, la fedeltà del rapporto con Dio. Il rapporto che abbiamo con il fratello è espressione del rapporto che abbiamo con Dio. Non possiamo avere un buon rapporto con Lui se non sappiamo costruire relazioni pulite e vere con gli altri .
Il digiuno che rimanda al rapporto con se stessi. Riempire i propri vuoti interiori e affogarli con il cibo o tutto ciò che è materiale e ci fa distrarre dalla verità della vita.
Dio che vede nel segreto e scruta il cuore di ogni uomo saprà leggere anche ciò che avremo scritto nel buio e nel silenzio del nostro cuore. Quelle ferite che porteremo nel cuore, le quali, per fare il bene e donare il perdono, ci costano e lasciano tracce nell’anima. Perdonare significa, umiliarsi, pagare di persona, significa amare e amare per primi.
Vanno bene le scelte penitenziali dell’astensione dal mangiare carne, ma soprattutto lacerarsi il cuore e compiere opere di bene. Pensiamo alla cosa più difficile che potremmo fare, la più sofferta, la più dolorosa, facciamola, facciamo quel gesto, doniamo quel saluto, regaliamo quell’abbraccio, diciamo quel ti voglio bene così quest’anno la nostra quaresima avrà un senso.
Buona quaresima
Don Mimmo Rizzo