25° Anni di noi ” Lettera alla Comunità “

Pubblicato giorno 14 febbraio 2018 - Avvisi, In home page, in primo piano

 

Noi festeggiamo in casa  

Noi festeggiamo in casa………. Eh si, a ristorante è tutto perfetto ci sono i tavoli le luci le tovaglie…

Noi festeggiamo in casa ………… proprio come si usava tanti anni fa, solo con gli intimi, con coloro che entravano in casa. Al ristorante, per circostanza, per riempirlo, inviti tanti sconosciuti. Al ristorante ci si veste bene, c’è il fotografo… è importante apparire in ordine. A casa invece tutto deve essere in ordine per accogliere. Al ristorante si è divisi per tavoli… a casa ci si siede dove capita: alcuni sul divano  altri sulle sedie e c’è chi resta in piedi.

Noi festeggiamo in casa.

Al ristorante si parla delle portate, del servizio dei vestiti……… Ma noi festeggiamo in casa.

A casa si raccontano gli episodi gli aneddoti belli e meno belli, a casa ci si racconta.

Noi festeggiamo in casa! …………….Da padre di famiglia a casa mi soffermo a guardare i figli, non devo girare per i tavoli ma devo incontrare i volti. Ed ecco i volti allegri e spensierati mentre si racconta l’arrivo del primo padre, le emozioni semplici e profonde di chi si riunisce attorno ad una mensa improvvisata. Il racconto dei primi campi dove si è scelto di partecipare come famiglia, genitori figli e amici. A casa si ascolta il racconto di come abbiamo raccolto la prima acqua ma anche l’ emozione nel vedere entrare Gesù Bambino entrare per la prima volta nella nuova chiesa.

Le missioni poi, andare per le strade per raccontarsi. Si, dire a tutti che quel Dio che ci ha voluti insieme ci manda a raccontarlo a tutti. L’emozione quando ci hanno detto che avremo un oratorio. Lo abbiamo sognato , immaginato e finalmente la prima pietra, la prima partita, la prima rata!

Che ridere nel vederci nei musical piccoli e grandi, ma quanto divertimento per realizzarli rigorosamente in economia. Si in economia….. noi siamo stati impastati con questo termina: tutto in economia. I campi scuola, gli scherzi come lo spargere i vestiti dei ragazzi per tutta la stanza o vederli piangere attorno ad un fuoco, vederli mangiare come se non ci fosse un domani.

Noi festeggiamo in casa per questo. Ed è a casa che accogliamo la nostra Marietta. Eravamo in tanti alle porte del paese in quel pomeriggio di Febbraio …ma entrata in casa , in casa nostra, ci è sembrato che il tempo si fosse fermato…. siamo venuti a tutte le ore sperando di trovarla da sola. Tutti i figli eravamo lì a guardarci negli occhi e piangere insieme per l’emozione.

Inizio con lo sguardo a girare per la stanza . Ecco quanti sorrisi che riempiono il cuore, sorrisi veri ma anche sorrisi non veri, di coloro che sai che non ti sopportano, che hanno girato per le case, per le famiglie a parlare male di te, a dire tutta l’amarezza della propria vita. Non sanno forse che tu sai, ma tu come ogni padre, devi accogliere comunque e mentre loro ti regalano un sorriso di circostanza tu gli doni un sorriso di affetto e nel dolore li accogli sperando che capiscano, desiderando un ritorno vero come il giovane ricco. Desideri ascoltare il dolce suono della parola “Scusami” e il calore di un abbraccio. Sempre al fianco di tutti, noi padri.  A rispondere di “si”, alla domanda : Hai due minuti? Minuti che diventano ore , giorni, vita. Continui ad amare perché tu sei stato amato , Dio ti ha amato per primo e tu devi fare lo stesso.

Poi ti accorgi di alcune sedie vuote. Vuote per scelta, sedie di coloro  che sono andati via sbattendo la porta, e tu come il padre misericordioso, guardi l’orizzonte sperando di intravedere il loro ritorno. Sedie vuote non per loro volontà ma perché non ci sono più. Noi festeggiamo in casa ma loro ci mancano. Tutto ti racconta di loro, quante risate e cose vissute insieme.  E nei momenti difficili per farti coraggio dici a te stesso: se fosse qui sarebbe tutto diverso.  Lino , perfezionista , pignolo ma con un cuore immenso.

Poi senti ridacchiare i piccoli che sono in disparte, come si usa in ogni nostra casa sono al tavolo dei piccoli. Ti accorgi che non sono più così tanto piccoli. Chi l’avrebbe mai detto vederli partire, andare via…. vederli frati, don, in cammino …… perché vogliono essere padri come te. Che emozione per noi che festeggiamo in casa…..chi l’avrebbe mai immaginati a lavorare come professionisti. Vederli lavorare in una clinica, in un’ospedale , piscine o semplicemente lavorare.  Sicuramente mi verrebbe da ridere se sentissi qualcuno chiamarli: Dottore? Dottoressa? Avvocato? Ingegnere? Istruttrice? Loro che mi sembra ieri vederli sognare con le lacrime agli occhi e ora li vedo lontani all’università, per rincorrere i loro sogni… perché io gli ho insegnato che non bisogna mai smettere di sognare e loro ci hanno creduto.

Noi festeggiamo in casa.

La torta del ristorante è perfetta.… quella a casa è buona….. al ristorante il fotografo gira per i tavoli… a casa ci si stringe attorno ad un tavolo d’avanti alla torta per fare una foto ricordo.  A chi la prima fetta? Al più piccolo non al festeggiato, perché a casa la festa è di tutti. Ed eccomi qui alla fine di questo viaggio fatto tra le mura della nostra casa, che per citare un grande autore: “Casa grande per accogliere ma piccola per affrontare quello che la vita ci mette d’avanti”. La nostra casa bella o brutta ma con un profumo inconfondibile. Il profumo di casa nostra.

Noi festeggiamo in casa …………… e a me cosa rimane? Rimane solo una cosa, soffiare sulle candeline di questa meravigliosa torta.

Buona festa di compleanno.

Don Mimmo Rizzo